chi blocca la ricerca?

fagiolo92

Utente
23 Maggio 2017
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Le osservazioni dell'utente Mark78 sono in buona misura fondate, eccezion fatta per quella relativa all'inidoneità del brevetto a garantire una tutela effettivamente ventennale al farmaco in ragione dei tempi di ricerca e sviluppo. Sul punto, infatti, e d'uopo precisare che i brevetti farmaceutici godono eccezionalmente di una tutela brevettuale di durata superiore ai venti anni per effetto dei CPC (certificati di protezione complementare per medicinali e prodotti fitosanitari) di cui rispettivamente ai Regolamenti CEE n. 1768/1992 del Consiglio / CE n. 469/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio e CE n. 1610/96 del Parlamento europeo e del Consiglio. Tali certificati complementari consentono di scomputare dal termine ventennale previsto per la durata dei brevetti, buona parte del periodo occorso all'attività di R&D (intendendosi per tale quello che va dalla data di deposito del brevetto alla data di autorizzazione di immissione in commercio), la qual cosa si traduce in un ampliamento del termine che consente al titolare del brevetto di tutelarsi per venti anni - più o meno - effettivi. Oggi la disciplina normativa in materia è tuttavia meno accomodante di quella nazionale (abrogata) visto che in passato si sono verificati abusi di tali certificati che di fatto portavano a situazioni di monopolio irragionevolmente prolungate sui trovati.

Questo per dire, dimessamente, che l'insufficienza del termine ventennale non è una giustificazione adducibile dalle imprese farmaceutiche dato che, appunto, i tempi di R&D non vengono computati nel termine di durata del brevetto farmaceutico (sempreché ovviamente si richieda il CPC, come ogni società dotata di supporto legale adeguato mi auguro faccia).

Per il resto, ahimè, è tutto alquanto vero. Soprattutto la non rifondibilità da parte del SSN e la disomogeneità normativa in materia brevettuale tra i vari paesi costituiscono un grande limite. I profili di rischio, come diceva giustamente l'utente poc'anzi, sono ben accentuati per una casa farmaceutica, ma ciò non toglie che si debba fare molto di più di quanto è stato fatto fin ora. Anche perché non va escluso che questa patologia possa avere ricadute negative - sia pure minime - anche sull'efficienza produttiva di un paese.

Saluti.
 

settimo

Utente
9 Febbraio 2017
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I medici non avrebbero nessun motivo di bloccare la ricerca, anzi poter prescrivere un farmaco con ottimi risultati aumenterebbe i loro clienti e guadagni. Difatti si arriva a prescrivere estrogeni a ragazzi per poter ottenere due tre visite pagate in più. Se non ci fossero risultati addio assistiti.

Il problema è che è difficilissimo trovare una cura per una situazione parafisiologica dovuta alla genetica senza ricorrere ad ormoni vari che irrimediabilmente danneggiano gli altri equilibri sani. Se si trovasse una cura per questa malattia genetica si troverebbe anche la cura per le altre vere malattie genetiche.

l'unica speranza di una cura risolutiva sarebbe l'autotrapianto di bulbi clonati, solo così si otterrebbe l'effetto estetico senza ripercussioni negative su altri apparati
 

dodolandia

Utente
16 Luglio 2015
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anch io sono d accordo, un operazione con follicoli illimitati per metterne quelli che servono a tornare ad aver i capelli come a 16 anni e piu agile e rapida, per non stare li 50 ore in sala operatoria, magari fatta da un robot.
 

fagiolo92

Utente
23 Maggio 2017
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Concordo appieno anch'io sul fatto che la via chirurgica previa clonazione a questo punto sia da prediligere rispetto alla via terapeutica (sinora assolutamente fallimentare). Avere innesti illimitati significa risolvere il problema, per di più nel modo più congeniale al paziente che potrebbe addirittura attingere una situazione migliore rispetto a quella preesistente. Penso che ormai gli studi siano a buon punto.

Mi domando se il Dott. Tsuji riuscirà nel 2020 a conseguire tale obiettivo come si era prefisso.
 

kibith2

Utente
16 Novembre 2013
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Io preferirei un topico che dovermi sottoporre comunque ad un intervento e sono convinto che, per come stanno andando le cose, una cura (se mai ci sarà) verrà da qualche ricerca per altre patologie, non credo più agli studi fatti da tricologi e via dicendo.

E poi un domani diremo ecco perchè non riuscivamo a risolvere l'AGA..., perchè c'e' ancora in ballo uno o più meccanismi ad oggi completamente sconosciuti e probabilmente con la via ormonale (per quanto sembri l'unica via) stiamo ancora guardando il dito e non la luna.



 
21 Novembre 2016
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La cosa di cui mi vergognerei di più sarebbe proprio presentarmi un bel giorno davanti ai miei conoscenti di una vita con una bella chioma ex novo, data da un trapianto. Mi sentirei un emerito ritardato a dimostare a una certa età che non ho avuto le palle di accettare un problema così comune, per quanto mi ha fatto soffrire per ventanni. E non vorrei nemmeno che questo lo pesanassero gli altri, facendomi scadere nel ridicolo come a tanti trapiantati accade. I quali spesso che sono bersaglio di prese per il culo quanto i calvi, perchè la cattiveria umana nel colpire subdolamente non ha fine. Quindi solo via terapeutica per me fino a che morte non ci separi e fino a che riuscirò a tenere duro. Di passare come uno sxxxxto che ha avuto bisogno di un trapianto per vivere, proprio non vorrei che accadesse, anche se nutro la massima comprensione umana per chi il trapianto lo ha fatto e mi auguro che ne sia soddisfatto. In non ci riuscirei.
 

artiglio5825

Utente
22 Luglio 2010
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ma difatti si potranno fare ritocchini man mano che si peggiora, inutile pensare al trapianto come un uovo che diventa peloso.
 

artiglio5825

Utente
22 Luglio 2010
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in ogni caso pure con una super lozione le cose non cambierebbero come risultati in quanto a impatto visivo, quindi si parla proprio di eventualità assurde.
 

fagiolo92

Utente
23 Maggio 2017
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Ragazzi io credo che siano scuole di pensiero differenti, ed aderire all'una o all'altra non è che una mera scelta dal contenuto assiologico. Anche chi tornasse capellone mercé una terapia sarebbe considerato uno che non accetta la propria condizione al pari di chi invece preferisse la via chirurgica. Io ad esempio me ne sbatto della cattiveria altrui che fonda solo giudizi inutili, se ho bisogno di fare una cosa perché mi aiuta a stare meglio con me stesso la faccio. Poi come dice giustamente artiglio, la cosa potrebbe svolgersi in maniera progressiva.
Sta di fatto che comunque la clonazione pare una soluzione molto più concreta e prossima all'attuazione rispetto ad un'eventuale terapia risolutiva, vista la moltitudine di fattori implicati nel processo alopecico.
 
21 Novembre 2016
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artiglio5825 ha scritto:
ma difatti si potranno fare ritocchini man mano che si peggiora, inutile pensare al trapianto come un uovo che diventa peloso.


Guarda che questo lusso di fare un interventino ogni tanto non è una roba a portata di tasche normali; e comunque l'idea di farmi vedere con cicatrici, bandane o cappellini, già solo quello mi farebbe sgamare alla brande e che darebbe un gran fastidio. Io non vivo in una grossa città fatta di anonimato ma in un posto dove tutti si conoscono. Resta un mio punto di vista. Opinabile
 

mattew23

Utente
21 Febbraio 2015
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John, ma sul serio ti fai tutti questi problemi per quello che potrebbe pensare di te la gente? Mi sembra una mentalità piuttosto chiusa, senza offesa. Faresti semplicemente una cosa che ti fa stare meglio, non commetteresti nessun crimine. Ovvio che passare da pelato ad una densità mostruosa renderebbe il tutto un po' ridicolo, ma non tanto per il trapianto in sé, quanto più per la non naturalezza della cosa e la non adeguatezza all'età che hai (come quando si vede una 60enne conciata come una ragazzina)