Su alopecia, inibitori DHT ed estrogeni

digitalone

Utente
19 Aprile 2017
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Buon pomeriggio a tutti. Ho quasi letto tutto il topic sulla dutasteride e stavo per scrivere la mia. Ma è uscita fuori una roba lunghissima e ho deciso di aprire un nuovo topic. Se riuscite a leggerlo tutto, ditemi cosa ne pensate. Grazie.

La finasteride e la dutasteride sono degli inibitori di DHT. Lo stesso lo sono la serenoa repens e l'olio di cocco, e anche altre sostanze naturali che non ricordo, seppur con un'efficacia minore rispetto ai farmaci.

Molte persone sperano di avere risultati soddisfacenti assumendo queste sostanze, ma il problema è che inibendo il solo DHT non si ha una cura totale della calvizie. Perché?
Iniziamo col dire che di DHT se ne inibisce una parte, non tutto, a seconda anche della sostanza assunta che può avere minore o maggiore efficacia. In ogni caso, l'inibizione del DHT comporta soggettivamente il blocco o il rallentamento della miniaturizzazione dei follicoli suscettibili allo stesso DHT.

Ciò significa che se vi va bene, potrete fermare la miniaturizzazione e tutto ciò che ne comporta: diradamento, caduta, etc.
Se non vi va bene, ne rallenterete soltanto il processo, dunque inizialmente ne potreste essere entusiasti, ma dopo due tre anni vi ritroverete punto e a capo.

Un altro fattore da non sottovalutare, e che molti mancano di specificare nell'esposizione della loro esperienza, è lo stadio di inizio della cura.
Se si inizia la cura quando i follicoli sensibili al DHT hanno ricevuto solo una lieve miniaturizzazione, tanto da non alterare di molto la fase anagen, il risultato sarà molto migliore e probabilmente si otterrà un mantenimento ottimale per tutta la vita, purché non si interrompa mai l'assunzione di anti-DHT.
Ma se si inizia la cura quando i follicoli sono pesantemente danneggiati dal DHT, probabilmente non si potrà mai avere un follicolo completamente sano e il risultato della cura sarà scarso.

Tutto ciò è reso ancora più soggettivo dal fatto che non tutti i soggetti colpiti dall'alopecia androgenetica hanno la stessa sensibilità al DHT. Anzi, in un singolo soggetto ci possono essere aree dello scalpo i cui follicoli hanno una diversa sensibilità al DHT. Questo spiega perché alcune persone hanno una perdita in tutta la parte superiore dello scalpo mentre altre solo sul vertice, o in generale ognuno ha vari gradi di diradamento con maggiore o minore copertura. L'unica costante è che i follicoli della corona circolare non sono sensibili al DHT, il resto è molto soggettivo.

Ecco perché nell'esporre le varie testimonianze si hanno risultati così diversi. E non si esclude che con i soli anti-DHT si possa avere un miglioramento tale da andare persino a ingrandire i follicoli precedentemente miniaturizzati (andando conseguentemente ad allungare la fase anagen con ingrandimento del fusto e allungamento del capello), ma questo accade solo in parte dei casi e probabilmente in quei soggetti che pur essendo affetti da alopecia, hanno comunque una sensibilità molto bassa al DHT.

Detto ciò, come si potrebbe curare l'alopecia in maniera più completa? A mio parere la sola azione inibitoria del DHT non basta, serve qualcosa che al contempo stimoli i bulbi a rivitalizzarsi.
Qualcuno qui potrebbe dire: allora usiamo il minoxidil. Sì, il minoxidil è un buon stimolatore, ma non fa miracoli. Tant'è che alcuni lo usano senza risultati ottimali, dunque anche qui c'è molta soggettività.
Allora cosa si potrebbe usare di più efficiente? La risposta è: gli estrogeni, ovvero, gli ormoni femminili.

Gli estrogeni hanno un effetto benefico sui capelli. Nelle donne gli estrogeni in circolazione nel corpo sono molti di più e infatti la qualità dei loro capelli è in media di gran lunga superiore. Inoltre non essendo suscettibili al DHT, non hanno problemi di miniaturizzazione del bulbo, quindi hanno una fase anagen molto più lunga avendo la possibilità di farsi crescere dei capelli lunghissimi.

Dunque la mia opinione è che la cura ottimale per curare l'alopecia androgenetica è rappresentata dall'associazione degli estrogeni agli inibitori di DHT.

Ma abbiamo davvero risolto il problema? No.
Perché tale cura è ottimale solo per contrastare l'alopecia. Purtroppo subentrano degli effetti collaterali che rendono tale cura molto rischiosa.
Sugli effetti degli anti-DHT se n'è già parlato abbastanza altrove. Ma quelli dell'integrazione di estrogeni quali sono? La femminilizzazione del corpo maschile. Se da un lato potrebbe non essere un problema l'ingrossamento dei fianchi e l'aumento del grasso nelle cosce, il vero problema è dato dall'ingrossamento del petto: la ginecomastia, ovvero il seno negli uomini.

Dunque? Qual è il punto?
Il punto è che la calvizie si può davvero sconfiggere. Il problema è che chi non ci riesce coi soli inibitori di DHT, lo può fare al costo di veder cambiato il suo corpo utilizzando il metodo sopracitato.

Questa è solo la mia personalissima opinione basata su molte letture e testimonianze.
 

settimo

Utente
9 Febbraio 2017
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si poco da eccepire, in definitiva diventare femmina ivi compresa la capigliatura è possibile..
Però c'è da dire che le donne con alopecia spesso hanno valori di estrogeni di gran lunga superiori ed un uomo capellone, quindi non è detto che diventare trans è l'unico modo per riacquisire una bella capigliatura o peggio potrebbe non bastare