Questo non è il tuo casco?
Sarebbe buono in quanto si può spostare la zona e coprire frontale e vertex secondo necessità. Per il frontale però che tipo di leakage (perdita) di luce c'è? Bisogna proteggere gli occhi...
Vi posto questo studio del SIRTI, postato da qualcuno qualche pagina fa. Dice che Una lunghezza d’onda che determina il pro- cesso di fotobiomodulazione è la gamma com- presa tra gli 820 e i 980 nm ed è definita “Finestra di Fotobiomodulazione”
Per cui i 650nm usati dal tuo casco saranno efficaci?
Nessuna forma di vita è possibile senza la luce: i processi biologici che si innescano dopo fotoesposizione sono molteplici e coin- volgono i mitocondri. Questi organuli intraci- toplasmatici contengono, a livello delle creste mitocondriali, gli enzimi per lo svolgimento di molteplici funzioni. Fra queste, certamente la più importante è la produzione di energia: il mitocondrio è la centrale energetica della cellula e fornisce il carburante necessario per i processi biologici. All’interno di questi orga- nuli, attraverso il ciclo di Krebs e la fosforila- zione ossidativa, avviene la produzione di energia sotto forma di ATP, che verrà utilizza- to per le sintesi proteiche, di RNA e DNA, per le pompe Na e Ca ecc.
La luce è in grado di stimolare la produzione di energia da parte dei mitocondri: quando la luce investe la superficie cutanea attiva i Citocromi mitocondriali e innesca una reazio- ne fotochimica che incrementa la produzione di ATP nella cellula.
La Fotobiomodulazione, consiste nell’utilizzo di una luce a bassa intensità a scopo terapeu- tico per modulare, incrementandola o ridu- cendola, l’attività delle cellule viventi.
Non tutte le luci sono idonee ad innescare il processo: inoltre ogni recettore cellulare è sti- molato da una luce specifica e sorgenti lumi- nose diverse producono effetti differenti. Una lunghezza d’onda che determina il pro- cesso di fotobiomodulazione è la gamma com- presa tra gli 820 e i 980 nm ed è definita “Finestra di Fotobiomodulazione” (o Finestra
terapeutica ), cioè quella frazione dello spet- tro luminoso in grado di influenzare positiva- mente il metabolismo cellulare dei nostri tes- suti.
Queste onde luminose trasferiscono al tessuto irraggiato energia che esso utilizza per miglio- rare le proprie funzioni metaboliche. In parti- colare attiva il sistema di trasporto degli elet- troni nei mitocondri, la citocromo C ossidasi, con produzione di ATP.
Quando la luce viene assorbita dagli enzimi mitocondriali, viene convertita in energia elettrochimica che determina un aumento della concentrazione di ioni Ca nel citopla- sma. Si verificano cambiamenti transitori nella concentrazione di Ca++ citoplasmatico che possono innescare le mitosi cellulari (Lubart et Al).
La luce attiva tutta la popolazione cellulare della cute: i fibroblasti (con produzione di col- lagene di tipo I), i miofibroblasti, i mastociti, i neutrofili, i cheratinociti, le cellule T, le cel- lule endoteliali.
Attiva anche le cellule infiammatorie: masto- citi, neutrofili, macrofagi con produzione di fattori trofici, analogamente a quanto si veri- fica nella guarigione delle ferite. Inoltre determina una riduzione delle metallo protei- nasi.
La fotomodulazione stimola anche la produ- zione di numerosi mediatori e citochine, riportati qui sotto:
- Vascular endothelial Growth Factor ( VEGF) - Transforming growth factor-beta (TGF-beta) - Keratinocite growth factor ( KGF)
- Platelet-derived growth factor (PDGF)
- Fibroblast growth factor ( FGF 7-12)
- Interleuchine ( IL -1, IL -2,IL -6 IL -10)
- Macrophage inflammatory protein-2 (MIP-2) - Metalloprotease 1- 2 -9
- ROS
- Nitric Oxide (NO)
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- TNF-alfa
- Alpha reductase
Le fonti più idonee per la fotobiomodulazio- ne sono luci LED (Light Emitting Diode); in alcune tecnologie vengono abbinate a sorgen- ti LASER (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) a bassa intensità.
I primi sono emettitori monocromatici che convertono il potenziale elettrico in fotoni di luce. La luce emessa è coerente e monocroma- tica, non collimata: non danneggia i tessuti ma stimola una risposta biologica. La fre- quenza dell’impulso è caratteristica del mate- riale semiconduttore utilizzato per quel LED (gallio, arsenico, fosforo ecc).
Le sorgenti LASER a bassa intensità emetto- no un fascio di luce coerente e monocromati- ca, collimata; la modalità di emissione è con- tinua con duty cicle breve.
La Fotobiostimolazione presenta numerosi effetti biologici: migliora la circolazione san- guigna e linfatica grazie all’azione sulle cellu- le endoteliali; determina vasodilatazione ater- mica; ha azione antiedemigena (favorisce il riassorbimento dei liquidi interstiziali in eccesso, riequilibrando la membrana cellula- re); detossica i tessuti; stimola i fibroblasti; normalizza la produzione di fibre reticolari di collagene e di elastina; riduce le metallo-pro-
teinasi della matrice (stimolate dalle R UV); incrementa le difese immunitarie, fornendo energia supplementare facilmente utilizzabi- le; infine ha azione antalgica ed analgesica. Recentemente è stata dimostrata un’altra fun- zione della fotobiomodulazione: l’applicazio- ne di una luce attiva i Citocromi P27 che sono deputati alla captazione di sostanze fotosensibili veicolate nello spazio intramem- branale. I LED possono così veicolare princi- pi attivi, adeguatamente formulati, capaci di stimolare la produzione di fibre collagene e matrice extracellulare, e sostanze ad azione antiradicalica.
La fotobiomodulazione trova quindi le seguenti indicazioni:
- Ringiovanimento cutaneo del volto-decolletè - Inestetismi cutanei: acne, smagliature, cica- trici, macchie
- Trattamento degli arti inferiori: Drenaggio, PEFS
- In vulnologia per favorire la Riparazione tis- sutale
- In Tricologia per il trattamento di:
Alopecia Areata
Alopecia Androgenetica
Alopecie Cicatriziali
In associazione ad auto trapianti e a PRP
Giornale Italiano di Tricologia
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Aprile 2012 - N° 28 -
Giornale Italiano di Tricologia
#65532;#65532;#65532;Perchè utilizzare la fotobiomodulazione nelle alopecie?
Questa metodica è in grado di incrementare lo sviluppo delle unità pilari grazie alla:
- Produzione di Fattori di crescita
- Innesco delle mitosi cellulari (> Ca++) - Attivazione delle cellule totipotenti
- Miglioramento del microcircolo
- Azione immunomodulante
Nel nostro studio abbiamo utilizzato un appa- recchio dotato di due sorgenti LED con spet- tro 820-880 nm (valore medio 850) e con spet- tro 900-980 nm (valore medio 930) e di una sorgente LASER a bassa intensità con lun- ghezza d’onda di 905 nm (I-light Med, Keratrade).
I pazienti che sono stati reclutati per questo
studio preliminare erano due maschi e due femmine affetti da AGA stabilizzata, in tera- pia da oltre 2 anni, un soggetto con A. Areata recidivante e due donne con A. Cicatriziale (lichen ).
Il trattamento è consistito in una prima fase di irraggiamento della durata di 10 minuti, seguita da una seconda fase di veicolazione, che consiste nell’applicazione di una soluzio- ne contenente Serenoa Repens e successivo irraggiamento per un tempo inferiore (3 minuti).
I trattamenti sono stati effettuati a cadenza settimanale per un totale di 10 sedute: uno dei due pazienti con AGA ha potuto effettua- re solo 5 sedute in media ogni 3-4 settimane. I risultati a 5 mesi di distanza hanno eviden- ziato nei soggetti con AGA, sia maschi che femmine un notevole incremento delle unità
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follicolari con aumento dei diametri, evidenti anche alla dermatoscopia (vedi figg. 1a, 1b, 2 a, 2b, 3a, 3b).
ni stagionali o di fototipo, la non invasività, la semplicità. Non si hanno danni tissutali né tempi di recupero: infatti le energie sono pic-
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#65532;Il soggetto con AA recidivante ha presentato un’iniziale ricrescita di numerosi capelli, che tuttavia dopo circa 2 mesi sono andati perdu- ti, analogamente a quanto già verificatosi nei precedenti episodi.
Le pazienti con A. Cicatriziale da lichen hanno presentato arresto della caduta e ridu- zione del prurito.
I risultati preliminari, pur nella estrema esi- guità della casistica, sono incoraggianti: si è assistito comunque ad un evento favorevole, sia in termini di ricrescita che di riduzione della sintomatologia soggettiva e della caduta. I vantaggi della metodica sono rappresentati dalla assenza di effetti collaterali, di limitazio-
cole e l’emissione è intermittente.
La fotobiomodulazione è semplice, probabil- mente efficace, non invasiva e può essere abbinata ad altre metodiche; non produce dolore né calore, consente un’ampia zona di trattamento e può essere annoverata fra le Tecnologie non ablative di foto ringiovani- mento.
D’altro canto i protocolli sono ancora da defi- nire e la materia è tuttora in fase di studio. I risultati preliminari incoraggianti, supportati da una ricca letteratura, stimolano a prosegui- re nella ricerca e ad ampliare il ventaglio dei campi di applicazione di questa metodica.