Contributi in denaro per il terremoto?

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
941
0
265
Allego qui di seguito un articolo lungo ma interessante, si può essere d'accordo o meno, o considerarlo una provocazione...purtroppo condivido molto di quello che viene detto e fotografa molto bene alcuni pensieri che mi sono passati alla mente in questi giorni.

http://www.gennarocarotenuto.it/7133-ma-io-per-il-terremoto-non-do-nemmeno-un-euro/

Citazione:

” Ma io per il terremoto non do nemmeno un euro…”

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come …

… una bestemmia.

E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.


Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.
Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.
Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile
 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
941
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265
Allego qui di seguito un articolo lungo ma interessante, si può essere d'accordo o meno, o considerarlo una provocazione...purtroppo condivido molto di quello che viene detto e fotografa molto bene alcuni pensieri che mi sono passati alla mente in questi giorni.

http://www.gennarocarotenuto.it/7133-ma-io-per-il-terremoto-non-do-nemmeno-un-euro/

Citazione:

” Ma io per il terremoto non do nemmeno un euro…”

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come …

… una bestemmia.

E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.


Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.
Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.
Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile
 

brasileiro

Utente
28 Novembre 2003
941
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Allego qui di seguito un articolo lungo ma interessante, si può essere d'accordo o meno, o considerarlo una provocazione...purtroppo condivido molto di quello che viene detto e fotografa molto bene alcuni pensieri che mi sono passati alla mente in questi giorni.

http://www.gennarocarotenuto.it/7133-ma-io-per-il-terremoto-non-do-nemmeno-un-euro/

Citazione:

” Ma io per il terremoto non do nemmeno un euro…”

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come …

… una bestemmia.

E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.


Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.
Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.
Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile
 

vetriolo

Utente
27 Marzo 2008
882
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265

mah...

c'è tanta teoria, condivisibile (per me si) o meno, discutibile o meno, provocatoria o meno.

c'è poi, conseguenza dell'applicazione pratica di tale teoria, un solo risultato, oggettivo e incontestabile: questo risultato è far avere 1 euro in meno, o 100 euro in meno, o 1000 o 100000 in meno per chi li potrebbe donare e condividesse quel ragionamento, a coloro che ne hanno un vero e disperato bisogno.

davanti a questo risultato pratico, mi pare che qualsiasi teoria debba essere accantonata.



metterei piuttosto l'accento sull'ipocrisia, per esempio, del mondo del calcio, e direi che se ogni giocatore di serie A avesse donato metà del suo stipendio di aprile (e garantisco che nessuno sarebbe morto di fame), si sarebbero raccolti in 5 minuti più soldi di quanti ne raccoglierà l'italia intera in un mese.
 

xandy

Utente
1 Settembre 2008
400
0
265
metterei piuttosto l'accento sull'ipocrisia, per esempio, del mondo del calcio, e direi che se ogni giocatore di serie A avesse donato metà del suo stipendio di aprile (e garantisco che nessuno sarebbe morto di fame), si sarebbero raccolti in 5 minuti più soldi di quanti ne raccoglierà l'italia intera in un mese.


quoto!!L'ipocrisia è una delle cose che meno sopporto in questo genere di occasioni,sopratutto da parte di persone milionarie che si riempiono la bocca di grandi propositi e che esternano commoventi manifestazioni di solidarietà,quando non hanno la minima idea di cosa voglia dire perdere tutto...
 

khil

Utente
6 Febbraio 2004
1,883
1
615
quanto postato appare quel tanto uncorrect da permettere alcune considerazioni: uno stato civile prima di chiedere soldi tra l'induzione al buonismo vetero-populista e il rappacificazionismo sub-tragedia (si) fruga nelle decine di miliardi di spreco che ad oggi consente.

....I walk these streets, a loaded six string on my back I play for keeps, cause I might not make it back, I been everywhere,
still Im standing tall,
Ive seen a million faces an Ive rocked them all....
 

vetriolo

Utente
27 Marzo 2008
882
1
265

ieri ho sentio un'altra cosa che mi ha dato fastidio: il siena ha deciso di devolvere il ricavato dell'ultima partita di campionato (poco più di 20mila euro, mi pare) a favore dei terremotati. ora, andate a cercare chi è il giocatore più pagato del siena, prendete il 50% del suo stipendio mensile e confrontatelo con i 20mila euro di incasso.

nulla contro il siena, sia chiaro, che ha fatto comunque un bel gesto, ma se le donazioni le facesse chi ha soldi da buttare...
 

arciere

Utente
21 Luglio 2008
570
17
265

Sono d'accordissimo con te, Vetriolo. Le assurdità di tale vita pare non abbiano mai fine.

Tieni però presente una cosa, ci sono anche società più blasonate del Siena Calcio che hanno devoluto somme importanti evitando di mettere in rilievo tale gesto per non peccare di prosopopea dinnanzi a un evento di dimensioni tragiche.

Cordialità




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Quando sono accanto a te intendo respirare la vita e non quella che vivo quotidianamente... nella dolce agitazione dell'amore, al lusso della vita giornaliera che assaporo e che va al di là del necessario e che mi reca slancio e liberazione, che fa parte dell'altro lato dell'esistenza, dell'abbondanza, dell'inutilità apparente, della bellezza e dei sogni...
E questa è la mia firma...
 

rockabilly

Utente
16 Settembre 2007
1,140
1
415
Discorso assolutamente condivisibile.
[Quello che viene giù è stato pagato x coi soldi di tutti, ma vale solo x-y, dove y è la cifra che resta attaccata alle mani dei soliti (ig)noti.]
Non sono per quanto riguarda gli sprechi, ma (soprattutto) perchè i veri problemi della nostra squallida repubblica vengono fuori in questi momenti, in barba ai ciclici divertissement ed emergenze montate o cavalcate ad hoc dai discorsi mediatici che ci infestano il cervello dopo esservi entrati per osmosi.
Non ci smetiamo mai, non sappiamo agire, sappiamo solo reagire quando il danno è ormai irreparabile.

PS. Ho letto tante brillanti idee su internet, devolvere ai terremotati il montepremi del Grande Fratello, del Superenalotto, sollecitare sportivi, società e vip a donare parti dei loro astronomici stipendi. Ma perché? Non è mica colpa loro se è venuto giù tutto in Abruzzo. A questo punto doniamo metà dei nostri stipendi al Terzo Mondo: è 50 anni che i sociologi vanno ripetendo che è colpa di noi Occidentali se in Africa e Asia si muore di fame.


May the Rock be with you.
 

vetriolo

Utente
27 Marzo 2008
882
1
265

certamente non è colpa loro se è crollato tutto, così come non è colpa di chi il terremoto l'ha subito.

però, siccome per i terremotati sarà un grandissimo sforzo e sacrificio riprendersi mentre per chi guadagna 10 milioni di euro all'anno non è un grandissimo sforzo e sacrificio privarsi di 500mila euro, apprezzerei tanto la solidarietà di questi fortunatissimi e ricchissimi a favore degli sfortunatissimi, disastrati e poverissimi terremotati.

sul fatto di donare il nostro stipendio (per chi ce l'ha) al terzo mondo, son scelte libere di ciascuno. ognuno è libero di fare beneficienza o di non farla, e di farla a chi preferisce.
in ogni caso non è questo il punto che volevo evidenziare, bensì quello dell'ipocrisia di dice noi doniamo ma anzi che donare l'enorme superfluo che ha, decide di donare quello che gli spettatori degli stadi pagheranno per vedere le partite, cioè decide di donare soldi che ancora non ha in tasca. in sintesi trovo immorale e disgustoso l'appello che è stato fatto ai tifosi di andare allo stadio perchè così l'incasso sarebbe stato devoluto in beneficienza, anzi che fare beneficienza con le decine di milioni di euro che guadagnano i nostri beniamini.

altra cosa che vorrei capire è come mai la serie B non ha giocato per solidarietà, mentre la serie A ha giocato per solidarietà. una delle due non era solidale, o è anche questa una presa per il c... ?
 

rockabilly

Utente
16 Settembre 2007
1,140
1
415
Sulla questione serie A e serie B, si tratta di un'altra presa in giro, dici bene. Non mi ricordo il succo del discorso ma ne parlavo con degli addetti ai lavori il giorno di pasquetta.
Sulla questione Siena hai ragione - data l'altissima percentuale di presa per il c**o, più che altro c'è da sentire la propria intelligenza offesa.

Riguardo alla questione morale non mi pronuncio (anzi, la morale mi pare il paravento più imponente che i più usano per far girare le cose a modo proprio, come sottolinea l'intervento di Carotenuto) e personalmente credo che la benificenza si faccia in un altro modo -ma non pretendo che altri la pensino come me. Nè desidero che altri mi impongano la propria, di morale.

Il vero problema è relativo alle modalità in cui questo enorme superfluo (che poi superfluo non è, se sei ricco di nuovi dispendiosi bisogni ne scopri eccome) viene accumulato da alcuni. La beneficenza non servirebbe così tanto se le cose fossero state fatte seguendo la legge che prevede certi margini di disastri naturali.
Se uno ruba ad un altro e quello se ne accorge, succede che lo denuncia, lo ammazza, si fa ammazzare ecc. Se uno ruba ad una comunità viene linciato. Non viene messo a governare.
E' questo quello che ogni volta mi sfugge.

May the Rock be with you.