ho trovato anche questo, se fosse vero, potrebbe in parte contribuire a contrastare il rilassamento:
Lacido retinoico o tretinoina è il metabolita attivo della vitamina A o retinolo, da cui differisce per la presenza di un gruppo carbossilico (COOH al posto di CH2OH).
La diversità di struttura fra lacido retinoico e il retinolo comporta notevoli differenze nella farmacocinetica e, soprattutto, nelle attività farmacodinamiche delle due molecole.
L80% dellacido retinoico somministrato per via topica rimane nello stato corneo, mentre il 20% si distribuisce tra derma ed epidermide.
La piccola parte assorbita a livello sistemico viene metabolizzata a livello epatico in derivati inattivi in forma glucuronata ed escreta per via renale e fecale senza accumulo tissutale.
Lassorbimento per via sistemica è quantificabile nell1-4% per la cute normale.
Lapplicazione di 500 mg.di crema allo 0,05% di acido retinoico porta ad un assorbimento massimo di 0,02 mg.di principio attivo che, in un soggetto di 50 kg.di peso, corrispondono a 0,0004 mg/kg.
Questa quantità di acido retinoico assorbito è diecimila volte inferiore al limite di teratogenicità di 1 mg/kg, riscontrato sperimentalmente nel topo.
Il meccanismo dazione dellacido retinoico è riassumibile nel meccanismo dellinduzione genica:nel DNA delle cellule cutanee sono presenti geni inducibili dallacido retinoico.
Tuttavia, lattività farmacodinamica dellacido retinoico non è riducibile al semplice stimolo verso una maggiore sintesi di alcune proteine.
Lacido retinoico mette in atto una vera e propria riprogrammazione cellulare attraverso azioni di derepressione e repressione genica-che riporta le cellule cutanee in una fase vitale propria degli organismi in giovane età.
Le CRABP (Cellular retinoic acid binding protein) hanno un peso molecolare intorno ai 15.000 daltons e la loro struttura primaria è stata esattamente definita.
Queste proteine assolvono la funzione di legare e trasportare lacido retinoico dal citoplasma verso il nucleo, vera sede della sua azione. Hanno inoltre il ruolo di limitare la quantità endocellulare di acido retinoico, evitando ogni possiblità di sovraccarico.
Una volta veicolato al livello nucleare dalle CRABP,
lacido retinoico interagisce con specifici recettori nucleari, denominati RAR (retinoic acid receptor).
Sono stati identificati tre tipi di recettori nucleari per lacido retinoico al livello cutaneo, indicati rispettivamente come
RAR alfa,RAR-beta, e RAR- gamma.
Quando le RAR, proteine del peso di circa 50.000 daltons, si legano allacido retinoico formano un complesso capace di interagire con sequenze nucleotidiche del DNA appartenenti a regioni promoter di specifici geni, inducendo da questi la trascrizione di RNA messaggero.
Questo processo è stato dimostrato sperimentalmente, per es., nel caso della sintesi della laminina, una proteina che insieme al collagene di tipo IV e alleparina solfato entra nella struttura della membrana basale delle cellule epiteliali.
Linterazione dellacido retinoico con specifiche sequenze nucleotidiche del DNA non ha infatti come esito necessario la produzione di nuove proteine, ma al contrario pu anche determinare una soppressione o una modificazione della sintesi proteica.
Tra le proteine la cui produzione viene influenzata dallacido retinoico vanno ricordate alcune proteine del collagene, le cheratine e alcuni enzimi coinvolti nel processo di cheratinizzazione.
Il trattamento topico con acido retinoico risulta in grado di indurre lespressione di due cheratine normalmente assenti nellepidermide adulta: la 6 (normalmente presente nei tessuti ad alta attività proliferativa) e la 13 (presente nellepidermide fetale), che rendono lo strato corneo meno rigido, mentre lespressione delle principali cheratine epidermiche la 1, la 10 e la 14 non sembra essere influenzata.
Il fotodanneggiamento cutaneo ha la sua origine nei danni subiti dal DNA delle cellule cutanee sia da parte dei raggi UV sia in seguito allinvecchiamento intrinseco.
Le alterazioni delle sequenze nucleotidiche del DNA si ripercuotono nella trascrizione di mRNA e nella sintesi di proteine alterate in senso quantitativo e qualitativo.Ne derivano compromissioni strutturali e funzionali a livello citologico e istologico, che costituiscono le basi fisiopatologiche dellinvoluzione cutanea espressa clinicamente dal quadro del fotoinvecchiamento cutaneo.
La riparazione del DNA danneggiato e la regolazione dellespressione genica giustificano la capacità dellacido retinoico di far regredire molte delle alterazioni cutanee indotte dal fotodanneggiamento cutaneo, come la displasia dei cheratinociti, lalterata produzione di pigmento melanico, la rallentata reduplicazione cellulare dello stato germinativo, lalterata produzione di collagene, elastina e glicosaminoglicani a livello dei fibroblasti, la ridotta angiogenesi.
Quando le cellule invecchiano, intervengono modificazioni dellespressione genica che portano alla sintesi di prodotti genici diversi, di proteine strutturalmente e funzionalmente alterate, che sono allorigine dei processi involutivi legati alletà.
Anche il ritmo di proliferazione cellulare si riduce, come si dimostra istologicamente nei soggetti in età avanzata, in cui la crescita dei cheratinociti si arresta precocemente, lepidermide è nettamente assottigliata, la giunzione dermo-epidermica appiattita.
Ma la principale modificazione associata allinvecchiamento cutaneo è data dalle alterazioni della matrice extracellulare del derma.
La ridotta sintesi di collagene determina latrofia del derma; la ridotta concentrazione di gli cosaminoglicani (in particolare di acido ialuronico) porta a una minore idratazione; ma della massima importanza è il minor contenuto di fibre elastiche, che provoca la perdita di elasticità e si manifesta con rugosità e lassità tipiche della cute invecchiata.
Nelle aree cutanee esposte allirradiazione solare e agli altri agenti atmosferici e ambientali, al processo di invecchiamento cutaneo intrinseco si sovrappone il danno attinico, che induce ulteriori alterazioni e porta a un quadro clinico e istologico distinti dal semplice invecchiamento e indicato come fotodanneggiamento cutaneo, che colpisce in primo luogo il volto e le mani.
A livello istologico, questo quadro è caratterizzato dallelastosi, cioè dal progressivo accumulo di materiale elastoide nel derma.
Questo processo, che diviene massivo nei casi severi, interessa lo strato superficiale del derma, dove il collagene viene rimpiazzato dal materiale elastoide ( mentre rimane il maggior componente negli strati intermedi e profondi).
In un soggetto adulto giovane, infatti, il tempo medio di transito attraverso lo strato corneo di una cellula epidermica è di 20 gg., mentre in un anziano pu raggiungere i 30 gg. Il monitoraggio del tempo di passaggio cellulare verso lo strato corneo mostra come il turn-over cellulare a livello dellepidermide venga significativamente accelerato dallacido retinoico.
Uno dei primi effetti della somministrazione topica di acido retinoico consiste infatti in un aumentata desquamazione (peeling).
A conferma della attivazione dei processi replicativi cellulari è stato osservato come limpiego di acido retinoico induca un incremento dello spessore dellepidermide, dovuto ad un aumento dello strato granuloso ( fino al 70% ), mentre lo strato corneo, dopo trattamento, diviene più sottile e morfologicamente più compatto.
Lacido retinoico determina una riduzione della melanogenesi da parte dei melanociti, riorganizzando la distribuzione del pigmento nei cheratinociti.
Gli effetti più evidenti di questa azione sono costituiti dalla progressiva riduzione delle macchie solari e da un ripristino della normale pigmentazione cutanea.
La progressiva perdita dellefficienza dei fibroblasti è la principale causa della riduzione di collagene che si osserva nel processo di invecchiamento cutaneo.
La conseguenza macroscopicamente più evidente di questo fenomeno