Vitamina D, recettori e staminali.

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vitamina D e recettori

Vitamina D e recettori: come agiscono sui capelli e sulla loro ricrescita. Uno studio americano ne illustra il funzionamento.

Il recettore della vitamina D,  la pelle e le staminali.

J Steroid Biochem Mol Biol.  4 Febbraio 2010.

Luderer HF, Demay MB.

Endocrine Unit Massachusetts General Hospital and Harvard Medical School, 50 Blossom St, Thier 11, Boston MA USA 02114.

Il metabolita attivo della vitamina D, la 1,25 diidrossivitamina  D, ha dimostrato di avere effetti  pro-differenziazione e anti-proliferativi  sui  cheratinociti e che questi sono mediati da interazioni con il suo recettore nucleare.

Altre azioni cutanee del recettore della vitamina D  sono state evidenziate dal fenotipo cutaneo di uomini e topi con recettori di vitamina D inattivi. Sebbene topi privi di recettori attivi della vitamina D sviluppino una iniziale copertura di peli, essi presentano un ciclo irregolare di rigenerazione dei follicoli piliferi che porta allo sviluppo di alopecia.

Il normale ciclo dei capelli comporta interazioni reciproche tra la papilla dermica e i cheratinociti dell’epiderma. Studi nei topi con ablazione mirata del recettore della vitamina D dimostrano che l’anomalia nel ciclo pilifero è dovuta a un difetto nella componente dei cheratinociti del follicolo pilifero.

D’altro canto, l’espressione  dei  transgeni  del  recettore mutante della vitamina D nei cheratinociti  nei topi privi di recettore della vitamina D dimostra che gli effetti del recettore che mantengono l’omeostasi  del follicolo pilifero sono indipendenti dal ligando.

La relazione Vitamina D e recettori con i capelli è dimostrata anche dal fatto che l’assenza di un recettore funzionale della  vitamina D compromette il funzionamento delle staminali dei chertinociti, sia in vivo che in vitro.
Questo si manifesta mediante irregolare rigenerazione dei follicoli piliferi, una diminuzione delle cellule staminali dei cheratinociti del bulge con l’invecchiamento e un’anomalia nelle linee di derivazione di queste cellule, che conduce alla loro differenziazione preferenziale in sebociti.


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