Tricoanalisi microscopica in luce polarizzata

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Il Dott. Andrea Marliani ci introduce alla tricoanalisi microscopica in luce polarizzata

Una tecnica tradizionale della mineralogia, è diventata ormai di indiscussa utilità diagnostica anche in tricologia.
La cheratina, che è una proteina sequenziale, ripetitiva e cristallina, ha la proprietà di ritardare l’onda della luce polarizzata che la attraversa ed un capello appare al microscopio come luminoso e colorato su sfondo nero.
Si hanno ritardi d’onda, visibili come colori, “colori di polarizzazione”, e dovuti allo spessore della cheratina per cui ad ogni colore, in base alla scala di Newton, corrisponde un preciso diametro; ritardi d’onda dovuti all’orientamento cristallografico e ritardi d’onda dovuti al pigmento contenuto nella cheratina, “colori di compensazione”.

 

Il Dott. Andrea Marliani è docente presso la “Scuola Internazionale di medicina Estetica” di Roma dal 1993.
Coordinatore e Fondatore nel 1995 del “Gruppo di Studio della Fisiologia e della Patologia del Capello e del Pelo” nell’ambito della Scuola Internazionale di medicina Estetica dell’Istututo Fatebenefratelli, è anche Presidente Fondatore della Società Italiana di Tricologia (S.I.Tri.).

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Come in mineralogia ogni colore visibile comporta l’appartenenza ad uno specifico ordine strutturale e molecolare ed in tricologia permettono di apprezzare la struttura cristallografica di un capello, cioè la sua “qualità”.
I colori visibili al microscopio in luce polarizzata forniscono quindi dati sicuri per valutazioni altrimenti solo ipotizzabili.
– Poiché i “colori di compensazione” possono essere visti e stimati solo in base alla sequenza dei colori (frequenze d’onda) visibili solamente durante la rotazione dell’oggetto esaminato è necessario osservare il vetrino su un piano ruotante e mai con una luce trasmessa da una fibra ottica.
– Per queste valutazioni è inoltre indispensabile un oculare micrometrico, così da poter abbinare i colori visibili al reale diametro del capello in esame.
Conoscendo lo spessore reale del capello, vedendo i colori di polarizzazione è poi facile, con un poco di pratica, abbinare alla clinica del soggetto la qualità della fibra cheratinica dei sui capelli.

DISTINGUIAMO:
1) Osservazione di un capello a livello del fusto.
a) L’osservazione di uno capello bianco naturale è di semplice interpretazione sulla base della “Scala dei Colori di Newton”: i colori di polarizzazione saranno il giallo, il rosso, il blu, e raramente il verde determinati solo dallo spessore.

– Un capello bianco che ha subito una danno leggero, ad esempio da lavaggi alcalini, si presenterà come più “vuoto”, giallo e rosso
–  Un capello bianco che ha subito un danno più forte, come una permanente “malfatta”, si presenterà col colore dominante giallo.
– Un capello bianco perché decolorato si mostrerà bianco-diafano senza colori di polarizzazione poiché la cheratina ha perso la struttura cristallina.
b) L’osservazione di un capello di colore naturale mostra tutti i colori di polarizzazione fino al verde, come se il diametro fosse maggiore del reale perché le melanine rallentano la velocità della luce che lo attraversa.
Non è cioè possibile alcuna valutazione senza un oculare micrometrico ed i “colori di compensazione” saranno determinati dalle frequenze visibili solo durante la rotazione dell’oggetto.

2) Osservazione di un capello all’altezza dell’ostio.
Permette di valutare intorno al fusto la presenza di “tappi dell’ostio”.
a) Tappo corneo si presenta come un cono di squame irregolarmente raggrumate e cementate da sebo compatto: è tipico di patologie ipercheratosiche: cheratosi pilare, psoriasi, lichen, LED etc.
b) Tappo sebaceo si presenta molle e privo di squame cornee: è tipico della seborrea, della dermatite seborroica, del defluvio androgenetico

3) Osservazione di un capello alla radice ed alle guaine.
A questo livello è comune osservare come una “colata” di una sostanza di colore nero, in forma elicoidale tra la cuticola e la guaina epiteliale interna. Questa sostanza, che riteniamo essere lattato di ammonio prodotto dalla reazione fra acido lattico con la cheratina della guaina, scendendo verso la radice sembra “consumare per effetto caustico” la guaina stessa che così, “rigonfia ed insaccata”, si stacca dalla cuticola del capello.E’ anche comune osservare un altra sostanza bruna all’esterno della guaina epiteliale interna che pare distruggerla per disidratazione e che riteniamo essere squalene, idrocarburo aciclico alifatico fortemente igroscopico quando a contatto con mucopolisaccaridi.Le guaine esterne rimangono comunque integre.
Immagini di questo tipo sono comuni sia al bordo di evoluzione di una alopecia areata attiva sia nei pazienti paziente affetti da telogen effluvio acuto e possono rendere ragione della loro rapidità evolutiva.

4) Osservazione di un capello a livello del bulbo.
Fra le tante osservazioni che si possono fare a questo livello è particolarmente facile ed interessante valutare la forma della zona centrale germinativa, visibile come un cono scuro che si incastra nella zona chiara cheratogena: “cono di vitalità”.
Ovviamente se il cono scuro è alto le cellule della matrice sono mitoticamente molto attive: più alto è il cono di vitalità più lunga sarà la durata dell’anagen del capello in esame, più la zona mitotica appare piatta, più breve sarà la durata dell’anagen in esame
Se la forma della zona mitotica della matrice è schiacciata sicuramente stiamo osservando un capello in miniaturizzazione che avrà un anagen sempre più breve.

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