I capelli nella storia dell’uomo

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tutti i diritti riservati riproduzione consentita purchè sia citata la fonte "www.calvizie.net"

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La capigliatura umana sembra essere divenuta, con l’evoluzione, qualcosa di futile o inutile. Ma non è così! I capelli conservano la fondamentale funzione di farsi vedere e di essere visti.

Con l’acconciatura, i capelli permettono di modificare l’aspetto esteriore. Un taglio o un’acconciatura sbagliata può trasformarsi in una tragedia (e questo è oggi riconosciuto anche dalla Legge sicché un parrucchiere che sbaglia può essere denunciato per negligenza e incapacità professionale).
Con il taglio giusto si può affermare le proprie radici, il proprio sesso, trasmettere il proprio credo religioso, sfidare i professori, farsi nuovi amici, provocare uno scandalo, trovare l’anima gemella, opporsi alle consuetudini sociali, farsi licenziare…

A sinistra: “La lunghezza dei capelli è il segno visibile della autorità del Capo, così come i capelli sono elemento essenziale alla “dignità” di un Re.”

A destra: Una antica ricetta egizia contro la calvizie

Tutti i popoli della Terra, in ogni epoca, hanno elaborato un complesso codice di pettinature diverse per esprimere ogni tappa della vita, per comunicare il loro ruolo, il loro stato sociale e la loro identità culturale. Così per i monaci orientali il cranio rasato è simbolo di castità.
I sacerdoti delle tribù dell’Africa Occidentale concepiscono i capelli come sede del Dio.
I Masai posseggono la magia di “far pioggia” solo finché non tagliano barba e capelli.

I giornalisti televisivi di tutto il mondo si sono resi conto che con una pettinatura anonima acquistano credibilità.
I capelli sono un mezzo di espressione ineludibile e, sapendolo leggere, rivelano persino ciò che talvolta vorremmo nascondere come l’età, l’etnia a cui apparteniamo, il credo politico, il grado di istruzione.

Capelli e personalità
Ma tutto questo è ancora riduttivo e non basta a spiegare come da sempre, e in tutte le civiltà, la capigliatura abbia rappresentato un elemento fondamentale della personalità, sostegno della bellezza, del fascino e della seduzione, talvolta del potere… e come, ancora ai giorni nostri, la capigliatura conservi un profondo valore simbolico.

Il fatto è che siamo ancestralmente abituati a considerare i capelli come un “attributo sessuale” e, se i capelli non ci sono più, possiamo vivere questa condizione come una regressione ad uno stato, come quello infantile, nel quale non si sono ancora ben differenziati sessi e ruoli, con i diritti e i poteri che essi comportano.
La perdita dei capelli è pertanto inconsciamente vissuta come castrazione, perdita della virilità, della forza, della giovinezza, della mascolinità o della femminilità.

“Da sempre, e in tutte le civiltà, la capigliatura ha rappresentato un elemento fondamentale della personalità, sostegno della bellezza, del fascino e della seduzione, talvolta del potere… e, ancora i giorni nostri, la capigliatura conserva un profondo valore simbolico.

L’istituzione della “chierica” in alcuni ordini monastici ha un profondo valore simbolico: rinunciare ai capelli per manifestare la propria indifferenza alle istanze mondane”

E’ quindi comprensibile che le malattie del capello e/o del cuoio capelluto costituiscano un problema esistenziale preoccupante, che mette in discussione l’immagine fisica e lo stato psichico degli uomini e delle donne che ne sono colpiti. La capigliatura diventa rapidamente fonte di disperazione quando si sfoltisce o solo diventa spenta e poco attraente.

La calvizie è un problema che affligge solo in Italia circa nove milioni di persone, interessando, in forma più o meno grave, il 20% dei giovani maschi (20/30 anni) e il 50% degli uomini sopra i cinquanta anni. Questa grande diffusione la fa considerare, nel maschio, un fenomeno parafisiologico e quindi normale.

La donna e i capelli
Nella donna, invece, che sembra sempre più afflitta da problemi di capelli, forse per lo stress a cui è più soggetta nell’epoca moderna, la calvizie può essere sintomo di un quadro ormonale alterato e quindi deve essere curata con opportune terapie.
Se è vero che spesso l’uomo accetta malvolentieri una calvizie precoce, per una donna questo problema può assumere i caratteri di una vera e propria tragedia.
Vale quindi la pena di fare tutto il possibile per conservare una chioma sana e vigorosa, affidandosi finché è possibile alle opportune terapie preventive.

Nei casi invece di gravi calvizie, resistenti ad ogni tentativo di cura, si può ricorrere alle tecniche chirurgiche messe a punto ormai da anni e quindi affidabilissime.

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