Tricopigmentazione a Bergamo

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tutti i diritti riservati riproduzione consentita purchè sia citata la fonte "www.calvizie.net"

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tratto da: www.ecodibergamo.it  – Tricopigmentazione a Bergamo La nuova frontiera anti-calvizie

La tricopigmentazione anche a Bergamo. Una buona notizia per chi, soprattutto i più giovani, avverte la calvizie come un problema, se non addirittura un disagio. E non sono pochi in un Paese come l’Italia che conta circa 19 milioni di pelati, per dirla con linguaggio popolare.

Premesso che fortunatamente la convivenza sociale sviluppa i suoi anticorpi, così che una persona che sa unire carattere alla cura di sé porta con serenità la propria testa ben levigata e nella cultura dell’immagine si è ormai ricavata da tempo un proprio spazio la convinzione che “calvo è pure bello”, per tanti – soprattutto uomini, dal momento che la carenza, quando non la totale caduta, di capelli non è altrettanto diffusa tra le donne – la calvizie è invece uno stato da eliminare o almeno da mascherare, perché genera ansia, insicurezza, frustrazione. Se ne parla da millenni (già le antiche civiltà erano sensibili alla questione) e il primo congresso in materia – informa un medico specialista, il dottor Daniele Campo, autore di “Calvizie comuni” –  risale al 1696, a Siena, Accademia dei Fisiocritici.

Nulla a che vedere con l’autotrapianto di capelli o altre tecniche invasive, la tricopigmentazione è una moderna metodica estetica che prevede l’introduzione di pigmenti bioriassorbibili (dopo un anno e mezzo-due spariscono senza lasciare traccia, quindi uno può decidere se ripetere il trattamento o lasciar perdere, nel caso abbia cambiato idea sul proprio look) nel derma superficiale, utilizzando aghi appositamente studiati per il cuoio capelluto. “Nessun dolore”, canterebbe Lucio Battisti: questo tipo di applicazione è un’evoluzione della micropigmentazione e viene proposta come un rimedio efficace, spendendo pochissimo tempo e cifre tutt’altro che esagerate.

Ne abbiamo parlato con Angela Cammarota, operatrice  esperta di micropigmentazione estetica (che pratica da dieci anni) e tricopigmentazione (secondo il metodo Beauty Medical brevettato due anni fa a Milano e adottato anche dall’ospedale San Raffaele).

“Oggi – spiega Cammarota – si riscontra un notevole abbassamento dell’età nella perdita dei capelli, che va a coinvolgere anche giovani dai 25 anni in su. Problemi ormonali”. La tricopigmentazione si attua sia in casi di alopecia universale (una testa completamente calva) sia  in casi di alopecia areata (si interviene là dove la chioma è particolarmente diradata, spesso a completamento di un autotrapianto di capelli).

Ma come si deve comportare chi volesse saperne di più e capire cosa può fare per migliorare la propria condizione estetica? “Fissa un colloquio preliminare nel corso del quale si valuta il grado di calvizie, ma anche eventuali patologie e disturbi di cui può soffrire il paziente. Se uno ha il diabete o guai al cuore, ad esempio, si sottoporrà al trattamento sotto controllo medico”.

Seconda fase: “Si stabiliscono le sedute: non più di due”. Il costo? “Si va da un minimo di 600 a un massimo di mille euro, a seconda dell’estensione e dell’impegno dell’intervento”. Abbiamo già detto che non è doloroso. “E non c’è neppure bisogno di anestesia. Gli aghi sono sottilissimi e vanno a pigmentare la cute con puntini di intensità diversa a seconda delle zone da ricoprire e guidati dal senso estetico dell’operatore che deve ricreare un “effetto rasato” là dove la calvizie è totale o un “punto pelo” che dia il senso del riempimento là dove la chioma è diradata (togliendo le trasparenze essa sembrerà più folta)”. Quanto dura una seduta? “Dipende dall’area di intervento: circa tre-quattro ore”. E dopo, bisogna adottare accorgimenti particolari? “No, tranne l’attenzione, nei primi giorni successivi al trattamento (una settimana), a evitare esposizioni particolari della testa: meglio non andare in piscina o in sauna, né stare sotto il sole cocente a lungo”.

Massima attenzione all’igiene: pigmenti monodose  riassorbibili dal sistema immunitario, strumenti di precisione come mixer, dermografo (con aghi in acciaio chirurgico, privi di nichel) e rilevatore di pigmento. “La tricopigmentazione mira a migliorare l’aspetto estetico di una persona. E lo fa con delicatezza”

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