Per iniziare: la visita dermatologica e la diagnosi

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tutti i diritti riservati riproduzione consentita purchè sia citata la fonte "www.calvizie.net"

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Si ha un’enorme quantità (nell’ordine di qualche centinaia) di tipi diversi di patologie scientificamente riconosciute riguardanti i capelli, che un dermatologo deve considerare ed esserne a conoscenza. E dato che gli scienziato imparano sempre più sulla genetica, sulle strutture molecolari, e sulle attività dei follicoli, è ovvio che questa terminologia viene continuamente ridefinita ed allargata.

Il processo di identificazione delle nuove tipologie di patologie dei capelli avanza. I nomi di queste malattie, che comprende una scala di vari difetti del capello, come telogen effluvium o alopecia areata, vengono ora suddivisi in nuove categorie. Nuove meccanismi patologici vengono ora identificati e definiti. In ogni caso, è piuttosto difficile che dermatologi riescano a riconoscere più di 20 patologie nel corso della loro carriera.

Quali sono le principali forme di calvizie che si possono diagnosticare’

Le più frequenti varietà che un dermatologo può incontrare sono:
a) alopecia androgenetica , calvizie comune (in inglese male pattern baldness -MPB)
b) alopecia areata
c) telogen effluvium
e) deterioramento della salute dei capelli dovuto ad aggressivi trattamenti cosmetici

f) eccessiva e indesiderata crescita pelifera (irsutismo o ipertricosi)

La maggior parte delle persone non ha conoscenze sui capelli. Quando una persona con una malattia sui capelli decide di farsi visitare da un dermatologo, si aspetta di ottenere una diagnosi specifica e la prescrizione di un trattamento.

Frequentemente i pazienti criticano i dermatologi perché ritengono che questi non riescano a capire le reali condizioni dei pazienti, ma le cose non sono così semplici come possono sembrare. Infatti, a causa della loro comunque inadeguata conoscenza sulle malattie dei capelli, è piuttosto problematico fare una diagnosi specifica e spiegarla in dettaglio al paziente in cura.

Si può dire che questa conoscenza limitata rappresenti il problema più rilevante. Per ora, ci sono pochi test diagnostici disponibili, in particolare per malattie differenti dalle più generali.

Come conseguenza, il dermatologo deve definire una patologia e il suo trattamento più appropriato da un processo di deduzione basato su indizi che il paziente fornisce e informazioni raccolte durante l’esame fisico.

Come ottenere informazioni per la diagnosi?
I dermatologi generalmente utilizzano tre modi principali per raccogliere le informazioni:

a) fanno domande su perdite dei capelli riguardanti membri della famiglia del paziente e sulle sue abitudini di vita
b) fanno un’ispezione visiva dei capelli

c) a volte prelevano campioni di capelli, pelle e sangue per un’analisi più approfondita.

Alcune condizioni sono così evidenti che un dermatologo capisce immediatamente quello che un paziente ha. In questi casi un dermatologo può andare dritto al punto, ciò discutere le varie alternative di trattamento.

Perdita di capelli all’interno della famiglia e stile di vita
I dermatologi cominciano a farsi domande su ciò che sospettano che il paziente abbia. La prima decisione che un dermatologo deve prendere riguarda sia se la perdita di capelli è congenita (cioè presente dalla nascita) o acquisita (cioè perdita sviluppata successivamente, in vita). Se la caduta risulta congenita allora il dermatologo chiede generalmente se altri membri della famiglia del paziente hanno le stesse caratteristiche e quale relazione (famigliare) li lega a loro.

Possono anche chiedere a proposito di malattie ereditarie all’interno della famiglia. Possono poi chiedere se il paziente ha avuto un trauma di natura fisica o emotiva durante o subito dopo la nascita.

Utilizzando queste e altre domande, il dermatologo cerca di stabilire se la calvizie è basata su dipendenze genetiche o ambientali.

Se la calvizie appare come non congenita, il dermatologo può chiedere in che modo l’aspetto dei capelli è mutato nel tempo, se la famiglia ha comunque una predisposizione a questo tipo di caduta o che cosa il paziente fa ai propri capelli, come li pettina.

Le domande possono divagare per coprire anche altri campi della salute del paziente e del suo stile di vita e possono diventare piuttosto dettagliate se il dermatologo sospetta una diagnosi insolita.
Esame visivo
La maggior parte delle persone si aspetta un esame prolungato e molto dettagliato dei propri capelli così come è abituata a vedere per altre malattie. Ad ogni modo, lo stato dei capelli è generalmente visibile a occhio nudo. Tutto ciò che ci vuole ad un dermatologo a ottenere le informazioni riguardanti lo scalpo del paziente non richiede che un minuto o due. La prima cosa che un dermatologo guarda è la caratteristica della caduta dei capelli.
Deve quindi verificare se la caduta interessa tutto il cuoio capelluto o è limitata alla cima dello scalpo, alle tempie, all’area occipitale. Se è apparentemente asimmetrica o simmetrica. Inoltre è cruciale per una corretta diagnosi vedere se la caduta comporte un’infiammazione, se c’è tessuto cicatrizzato, se c’è desquamazione o croste sulla scalpo.
Quindi il dermatologo dà un’occhiata generale ai capelli. È importante vedere come sono i capelli, se lisci, ricci o mossi, se sono in salute e splendenti o deboli e sottili.
Se il dermatologo sospetta un’infezione di funghi può dare un’occhiata ai capelli utilizzando una sorgente luminosa speciale, detta anche lampada di Wood. Sotto questa luce, le sostanze fungine appaiono fluorescenti e possono essere facilmente identificate. Allo stesso modo, esaminando i capelli, il dermatologo potrebbe anche esaminare e fare domande sulla qualità di altri rivestimenti come le unghie e i denti.
Queste strutture sono tutte collegate alla struttura del follicolo del capello e può occasionalmente essere influenzato da qualche condizione dei capelli.
Esame della trazione dei capelli (pull test)
Il dermatologo può eseguire un test di trazione che consiste nel tirare lievemente alcune ciocche di capelli per vedere se le fibre si estraggono con facilità o sono fermamente ancorate al follicolo capillare (se si ritiene che il dermatologo esaminerà fisicamente i capelli la mattina di visita, sarebbe meglio che non lavarli!)
Quando lavi i capelli rimuovi infatti molti dei capelli ormai persi.(sono capelli in fase telogen).
Questo significa che quando un dermatologo fa un test di trazione otterrà di conseguenza un falso risultato.
Evitando di lavare i capelli permetterà un test più accurato.
Analisi microscopica del capello
In alcuni casi il dermatologo prende un po’ di fibre di capelli per eseguire una analisi microscopica. Allo scopo di poter esaminare le radici, i capelli devono essere tirati piuttosto che tagliati, così che il dermatologo può esaminare le radici delle fibre e il fusto. I capelli sono posti su un vetrino ed esaminati sotto il microscopio
Il dermatologo determina l’uniformità dello spessore e la resistenza del fusto del capello, guarda se ci sono rotture, restringimenti o curve lungo la lunghezza della fibra. Quindi procede vedendo se la pellicola è intatta o deformata, se la fibra è attorcigliata, nodosa o piegata ed eventualmente se la sua sezione trasversale è rotonda, ovale, solcata.
È inoltre importante determinare se la radice è in salute o malformata e vedere se l’estremità è tagliata, consumata o rotta. A volte ci possono essere particelle sulla fibra che non fanno parte della pelle o della struttura del capello. Questo è rilevante per un accurato esame così come il verificare la presenza di acari o funghi.
Qualche volta, il dermatologo può far fare analisi più approfondite del fusto del capello , usando un microscopio a scansione elettronica. Questi microscopi danno immagini a definizione molto alta e il fusto può essere sottoposta a questo ingrandimento così che sarà possibile vederne la struttura interna.

Molto occasionalmente la fibra può essere mandata a un laboratorio per analisi chimiche. Di solito l’analisi più importante è identificare la concentrazione di composti allo zolfo nella fusto. I composti allo zolfo sono importanti perché determinano rilevanti caratteristiche come la resistenza, la flessibilità nel capello. I capelli possono inoltre essere utilizzati per vedere la concentrazione di zinco, rame e vari composti chimici.

Frammenti di pelle e biopsie
Se il dermatologo sospetta che la condizione del capello può essere causata da batteri, schiuma, funghi, raccoglierà piccoli frammenti di pelle dall’area affetta e alcuni di questi frammenti possono essere usati per coltivare alcuni batteri o funghi che possono essere presenti. Questo aiuta a definire qualsiasi tendenza ad una particolare patologia che può essere coinvolta. In alcuni casi il dermatologo ha bisogno di fare una biopsia dello scalpo che non è nient’altro che un piccolo pezzettino di pelle prelevato dall’area affetta dello scalpo o dalla pelle del corpo. Allo scopo di realizzare questa procedura, il dermatologo fa uso di un’apposita pinzetta sterile. Questa è un piccolissimo taglierino che viene sospinto all’interno della pelle e ritratto tirando fuori un pezzo di pelle veramente molto piccolo. Il diametro della biopsia può variare tra i 2 e i 6mm. Il pezzo di pelle è quindi riposto in un liquido che fissa e conserva il materiale (di solito una soluzione di formaldeide). La pelle è in seguito inviata un laboratorio di istologia dove viene tagliata in sezioni sottili e posta su un vetrino. Le sezioni della pelle possono essere colorate diversamente a secondo di cosa il dermatologo vuole vedere. Il vetrino può essere esaminato da un dermatologo ma anche da un patologo. Questi guarderanno la forma dei follicoli nella pelle, la loro dimensione e se sono in uno stato di saluto oppure no. Guarderanno inoltre se ci sono segni di infiammazione, cicatrici o infezione nella pelle e intorno ai follicoli.

Esami del sangue

La caduta dei capelli e l’irsutismo possono essere una conseguenza di disfunzioni ormonali o condizioni all’interno del corpo. In questo caso, il dermatologo può prelevare un campione di sangue o chiedere al paziente di essere visto da un endocrinologo o immunologo per esami più approfonditi. Prelevando campioni di sangue il dermatologo considera molte cose: la possibilità di livelli anormali di estrogeni e pregesterone, concentrazione di androgeni, ormoni tiroidei, concentrazioni di ferro o rame, numero di linfociti o globuli rossi presenti nel plasma, presenza di anticorpi ecc…

Conclusioni
In conclusione una o più visite dermatologiche sono consigliate affinché uno specialista in tricologia imposti la cura più indicata per ciascun paziente.Semplicemente compilando il form al fondo di questa pagina, sarete ricontattati dal nostro staff per poter fissare una visita di consulto presso il nostro esperto di riferimento.In alternativa, il nostro portale da la possibilità di contattare alcuni dei principali esperti in ambito tricologico sul territorio nazionale, tramite la pagina: trova l’esperto.

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